L’imminente avvio della stagione dovrà fare i conti con un ricorso nei confronti del calendario venatorio regionale (DGR n. 355 del 23/05/2018) avanzato da LAC, LAV, ENPA e WWF di seguito riportato.

La richiesta di sospensiva relativa ai punti sollevati dai ricorrenti, verrà esaminata dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) l’11 settembre prossimo. In questi giorni Regione e Associazioni venatorie si stanno attrezzando per difendere i contenuti del Calendario e per costituirsi nel giudizio.

Nel merito gli anti caccia contestano:

1)            Le due giornate aggiuntive nei mesi di ottobre e novembre per la caccia a bottaccio cesena merlo e colombaccio (Ispra ha dato parere favorevole solo su una ma la Regione si è discostata in maniera motivata e ne ha mantenuto due);

2)            La giornata aggiuntiva sempre nei mesi di ottobre e novembre per la caccia al sassello (i ricorrenti vorrebbero fosse concessa solo agli appostamenti fissi e non a quelli temporanei);

3)            La caccia alla beccaccia al 20 gennaio (vorrebbero fosse chiusa il 31 dicembre)

4)            La data di chiusura della caccia per tordo bottaccio, sassello e cesena al 31 gennaio che vorrebbero fosse portata al 20;

5)            L’anticipo della caccia la cinghiale al 16 settembre che vorrebbero fosse posticipato al 1 ottobre;

6)            La mezz’ora dopo il tramonto per la caccia da appostamento alla migratoria che vorrebbero fosse abolita;

7)            Il fatto che gli orari delle giornate di caccia siano stabiliti a blocchi di 15 giorni e non giorno per giorno;

8)            La caccia all’allodola che vorrebbero fosse ancora più limitata e quella alla moretta che vorrebbero fosse vietata;

9)            Le modalità di annotazione sul tesserino venatorio che vorrebbero fossero effettuate prima di “accertare” l’abbattimento;

10)         L’individuazione delle zone umide e l’istituzione del divieto di appostamento fisso e temporaneo nel raggio di 500 metri dalle stesse.

Certamente sarà necessario fare tutto il possibile con fermezza e determinazione per non arretrare di un centimetro rispetto ai contenuti del calendario con la serenità di avere alle spalle oltre che a valide motivazioni tecnico scientifiche  una legge regionale, in vigore da alcuni anni, che è stata nominata “salva caccia” proprio perché dà la garanzia ai cacciatori liguri di poter svolgere l’attività venatoria, secondo quanto stabilito dalla legge nazionale n. 157/1992, anche qualora dovesse essere sospeso il calendario venatorio durante la stagione.

 

Ricorso TAR Calendario Venatorio 2018-19